N 3/2023 AMICIZIA TRA DONNE

Nel libro Dolce amaro – emozioni, sentimenti, contraddizioni nell’amicizia femminile si legge: “Le donne hanno sperimentato a caro prezzo che grandi amicizie, collaborazioni di lavoro e intere organizzazioni possono crollare proprio a causa di sentimenti negativi del tutto inattesi. Nell’ambito delle amicizie femminili non esiste ancora un contesto accettabile entro cui poter esprimere la propria collera o il proprio dolore, come invece accade nel matrimonio.”

Il femminismo ha cambiato qualcosa anche nel modo di vivere l’amicizia? Proviamo a verificarlo in questo numero diMarea. L’amicizia delle donne di oggi, ha scritto Amrita Pritam, una delle più note scrittrici indiane, è una relazione affettuosa fondata sulle affinità e sul rispetto, talvolta perfino sull’ammirazione, per le diversità reciproche in quanto persone adulte. L’assenza di guerra non è pace. Pace è quando la vita fiorisce. E l’amicizia ne è la linfa. Come scrive Rossana Rossanda “l’amicizia è un rapporto straordinario che ci accompagna nella vita. Che si può coltivare con delicatezza perché nell’amicizia la nostra mano non trema, il dono è facile e il commiato leggero”. E allora quanto poco banale è questo sentimento, meno celebrato dell’amore eppure così fondamentale nella costruzione dell’esistenza. L’amicizia è uno scandalo, quando è fra donne, scriveva ancora Rossanda sul Manifesto nel 1984, a proposito dell’intenso film di Margarethe Von Trotta Lucida follia

E continuava: “L’amicizia è un rapporto che presume autonomia delle persone, una struttura forte, presente o possibile del loro io; sufficientemente forte perché il rapporto con l’altra non sia sovradeterminato dalla passione, cioè da una domanda imperativa per sé, un bisogno, una piaga da risanare. Questa domanda terribile, demolitoria o risanatrice che è insita nell’amore nell’amicizia non c’è. Si è amici, amiche quando l’altra, l’altro è assunto e prezioso per quel che è, non per quello che si dà o gli/le domandiamo. E allora diamo e riceviamo senza che su di lui, su di lei, incomba questo bisogno ultimativo. L’amicizia parla un bellissimo linguaggio che comincia con le parole: Tu sei come sei, a prescindere da me e non per me. Parliamo, ti ascolto, ascoltami. La ricchezza della tua vita mi rallegra, la tua povertà mi rattrista. Vedo i tuoi difetti con occhio indulgente, mi piacerebbe che non ci fossero, e posso anche dirtelo, perché dalla mia parola non ti verrà né la salvezza né la distruzione, ma se mai solo riflessione o linimento. Il mio occhio su di te è libero, l’amicizia conosce quella pietas che appunto è il contrario della passione, la quale non è pietosa con nessuno giacché non lo è con se stessa. Nell’amicizia uno si confronta, nell’amicizia si fanno cose insieme, con l’amico o l’amica puoi anche piangere ed esserne un poco placato, e se ridi ride con te, e se sei felice per la vita di un altro, o un’altra ne è felice con te”. Buona lettura.

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