“Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato.”
La frase, come di consueto quando la leggiamo ricca di poetica verità e precisione, è della scrittrice, commediografa, attivista femminista di fame mondiale Eve Ensler. La celebrata autrice de I monologhi della vagina riassume con chiarezza la vastità del danno della violenza maschile sulle donne, che è, oltre alla tremenda materialità della violenza in sé, una perversa distruzione dell’origine e della possibilità, incarnata nella potenzialità vitale del corpo delle donne. E questa evidenza dovrebbe costituire la base scontata sulla quale convenire quando si tratta di definire in modo specifico la violenza finale e definitiva che cancella la vita di una donna per mano di un uomo a lei strettamente vicino: la parola che definisce questo contesto è, appunto, femminicidio.
E invece no: questa parola, che pure è stata portata alla luce a livello istituzionale dalla fonte più autorevole in assoluto del sapere in Italia, l’Enciclopedia Treccani, è ancora osteggiata enormemente. Al termine del 2023 proprio la Treccani ha stabilito che femminicidio era la parola che dell’anno.
Valeria della Valle, che con Giuseppe Patota dirige il Vocabolario Treccani ha spiegato in una nota che la presenza della parola femminicidio sulla stampa e sui libri di saggistica si è fatta più rilevante “fino a configurarsi come una sorta di campanello d’allarme che segnala, sul piano linguistico, l’intensità della discriminazione di genere”.
In questo numero, la cui parola chiave è appunto femminicidio, proviamo a ragionare sul suo difficile uso e sull’avversione che ancora incontra. Buona lettura!
Hanno collaborato a questo numero:
Paiman Arman, Neviana Calzolari, Laura Cima, Marco D’Errico, Erminia Emprin Gilardini, Paolo Groppo, Surbhi Kalia, Monica Lanfranco, Alessandra Lanivi, Dafne Malvasi, Daniela Mencarelli Hofmann, Rossana Piredda, Paula Rochon, Vanda Scarpelli, Serena Sechi, Silvia Serini.